Torta Greca Vegana: Un Viaggio di Sapori e Tradizioni

La cucina greca, ricca di sapori e tradizioni, offre molteplici spunti per ricette vegane gustose e appaganti. Tra queste, spiccano la Spanakopita e la Stafidopita, reinterpretazioni vegane di classici della pasticceria e della cucina salata greca.

Spanakopita Vegana: Un Classico Rivisitato

Immagina di trovarti in una taverna greca, avvolto da un'atmosfera calda e accogliente, con un piatto fumante di Spanakopita davanti a te. La Spanakopita è un capolavoro della cucina ellenica che ti trasporterà in un'esperienza gustativa indimenticabile.

La Spanakopita, con le sue radici affondate nella tradizione contadina greca, è un simbolo di ospitalità, un piatto che unisce le persone e racconta storie di un tempo lontano. I pastori, prima di affrontare le lunghe giornate al pascolo, preparavano questa pietanza sostanziosa e facile da trasportare, avvolgendo un ripieno succulento di spinaci e formaggio feta in sottili strati di pasta fillo.

Ingredienti Principali

  • Pasta fillo: sottili sfoglie dorate che si sfaldano in bocca, creando un piacevole contrasto con il cuore morbido del ripieno.
  • Spinaci: ricchi di vitamine e minerali, donano alla Spanakopita un tocco di leggerezza e un sapore delicato.

Variante Vegana: Sostituire il Formaggio Feta

Nella versione vegana della Spanakopita, il formaggio feta viene sostituito con il tofu, mantenendo la cremosità tipica di questa torta salata e i suoi sapori originali. Questa versione è adatta anche a chi non può consumare latticini oppure vuole inserire il tofu nella propria alimentazione per motivi salutistici.

Ingredienti per la Spanakopita Greca Vegana

  • 250 g tofu al naturale
  • 300 g spinaci, cotti, bolliti
  • 4 cucchiai lievito alimentare in fiocchi
  • 3 cucchiai aneto
  • 1 cucchiaino cumino in polvere
  • 1 confezione pasta fillo 100% vegetale
  • 100 ml bevanda di soia non zuccherata
  • q.b. sale e pepe
  • olio extravergine d’oliva per spennellare
  • 1 cucchiaio semi di sesamo
  • 1 cipolla
  • 2 spicchi aglio

Preparazione:

  1. Fate bollire per 5 minuti in acqua acidulata con un cucchiaio di aceto il tofu, questo servirà per ammorbidirlo e sbianchirlo.
  2. Frullatelo con 100ml di bevanda di soia non dolcificata, aneto, lievito alimentare in fiocchi, cumino. Regolate di sale e pepe.
  3. Il peso degli spinaci da utilizzare in questa ricetta è di 300g intesi già bolliti e ben strizzati. Tritateli e uniteli alla crema di tofu preparata insieme agli spicchi di aglio tritati.
  4. Rosolate in padella con un filo di olio le cipolle a fette. Una volta appassite bene aggiungete al ripieno di tofu e spinaci.
  5. Sistemate un foglio di pasta fillo su un tagliere e spennellatelo con olio extra vergine di oliva, sovrapponete un secondo foglio e ripetete la stessa operazione fino al 4 foglio.
  6. Sistemate al centro il ripieno e arrotolate con la pasta fillo tipo per formare uno strudel, poi su se stesso a formare una chiocciola.

Stafidopita: Un Dolce Greco all'Uvetta

La Stafidopita è una torta greca che prende il nome dall’ingrediente che la caratterizza: l’uvetta (stafides). La sua versione classica prevede ingredienti come farina, olio di oliva, succo d’arancia e zucchero. Nella versione cretese, si aggiungono noci e raki (un distillato turco a base di mais, o patate, o uva o prugne, aromatizzato con anice e menta).

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Questa torta all’uvetta non va confusa con un altro dolce greco, la fanuropita, anch’esso a base di uvetta, succo d’arancia e noci, dedicato a San Fanourious, il patrono di Rodi, ma con l’aggiunta di lievito che, invece, nella Stafidopita manca.

Preparazione della Stafidopita

Per preparare la Stafidopita, iniziate preriscaldando il forno a 180°C e mettendo in ammollo l’uvetta in acqua tiepida per ammorbidirla. Tagliate le arance a metà e spremetele. In una ciotola capiente setacciate la farina insieme al lievito, unite le noci che avrete precedentemente frullato insieme allo zucchero, l’olio, il succo di arancia e la cannella.

Controllate sempre la cottura infilando un bastoncino di legno nel cuore della torta: se risulta asciutto il vostro dolce è cotto al punto giusto.

Torta Greca di Mantova: Un'Alternativa Golosa

La torta greca è un dessert tipico della città di Mantova. Il nome sembra derivi dal fatto che a introdurla per la prima volta nel capoluogo lombardo, agli inizi del 1800, fu un pasticciere ebreo originario di Salonicco.

Per prepararla, ti basterà lavorare con le fruste elettriche il burro morbido con lo zucchero semolato, le uova, la farina e il lievito in polvere, arricchire l’impasto ottenuto con le mandorle e i biscotti secchi, precedentemente polverizzati nel boccale di un mixer, e un goccino di liquore all'amaretto e versare infine il tutto in una teglia da 24 cm di diametro, rivestita con un rotolo di sfoglia già pronto.

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La cottura in forno farà il resto, regalando una torta molto aromatica, friabile e soffice al tempo stesso, caratterizzata da un connubio di sapori e profumi davvero irresistibile. Noi abbiamo spolverizzato il dolce con lo zucchero a velo ma, se desideri, puoi ultimarlo con una granella di frutta secca, mandorle a lamelle o amaretti interi.

Per una variante più leggera, puoi sostituire il burro con l’olio di semi oppure puoi utilizzare una brisée al posto della sfoglia. Quale che sia la tua scelta, al momento di rivestire la teglia, ricordati di far debordare la pasta fuori dallo stampo: in questo modo potrai ripiegarla agevolmente sopra al ripieno e il risultato sarà impeccabile.

Per prima cosa, raccogli le mandorle e gli amaretti nel boccale di un mixer e frullali fino a ridurli in farina. Unisci quindi le mandorle e gli amaretti polverizzati e amalgama ancora con le fruste. Srotola il disco di pasta sfoglia con tutta la sua carta forno e rivesti con questo uno stampo a cerniera da 24 cm di diametro.

Trascorso il tempo di cottura, sforna il dolce e lascialo raffreddare; quindi sformalo su un piatto da portata e spolverizza la superficie con uno strato leggero di zucchero a velo. La torta greca si conserva a temperatura ambiente, sotto a una campana di vetro, per 3 giorni massimo.

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