Dieta Chetogenica e Epilessia: Studi Clinici e Applicazioni Terapeutiche

La dieta chetogenica è conosciuta dai più come dieta dimagrante ma nasce in realtà come strumento terapeutico per il trattamento dell’epilessia infantile, soprattutto in quei casi in cui i farmaci non risultano efficaci. L’utilizzo della dieta chetogenica per la cura dell’epilessia risale agli anni venti del secolo scorso. È proprio in quel periodo che un osteopata del Michigan, Hugh W. Conklin, cominciò a utilizzare in maniera sistematica il digiuno per la cura i questa patologia.

Il buon Conklin era ispirato dalle teorie di un celebre guru del periodo, un tal Bernarr Macfadden, convinto che la digestione fosse un vero e proprio spreco di risorse e che due o tre settimane di astinenza dal cibo potessero curare ogni male. Il lavoro di Conklin attirò l’attenzione di H. Per rendere il trattamento più tollerabile Russel Wilder, endocrinologo della Mayo Clinic, propose di utilizzare una dieta ricca di grassi e povera di zuccheri, in grado di portare alla formazione di corpi chetonici e di garantire risultati comparabili a quelli ottenuti con il digiuno completo. Fu M.G.

Le fortune della chetogenica cambiarono nel 1994 quando i media americani riportarono con enfasi la storia del piccolo Charlie, figlio di un noto produttore cinematografico, curato da una forma intrattabile di epilessia al Johns Hopkins Hospital, dopo che decine di trattamenti diversi, convenzionali e alternativi, avevano fallito. Il padre, entusiasta dei risultati ottenuti, creò la Charlie Foundation per promuovere l’utilizzo della dieta e finanziare studi sul meccanismo d’azione, contribuendo in maniera decisiva alla nuova popolarità della chetogenica come strumento per il trattamento dell’epilessia in ambito pediatrico.

Come Funziona la Dieta Chetogenica

La dieta chetogenica sfrutta alcuni aspetti particolari della fisiologia umana: quando la quantità di zuccheri introdotta con il cibo è molto ridotta e le scorte a livello di fegato e tessuti sono pressoché esaurite, la maggior parte di organi e tessuti passa ad utilizzare acidi grassi come fonte di energia. L’aumento della concentrazione di corpi chetonici nel sangue, a causa del digiuno o di una dieta mirata, è una condizione del tutto naturale definita chetosi. Nella chetosi fisiologica la presenza di corpi chetonici nel sangue passa da 0.1 mmol/l fino a circa 7-8 mmol/l, valore su cui si attesta in maniera stabile nel tempo purché l’apporto di carboidrati sia mantenuto al di sotto di certi livelli.

Si ritiene che i corpi chetonici possano anche contribuire a migliorare la funzione mitocondriale dei neuroni, con aumento della produzione di ATP e riduzione della eccitabilità del neurone. A questa riduzione potrebbe concorrere anche la maggior disponibilità di acidi grassi polinsaturi, dovuta all’aumentato apporto di grassi con la dieta. Sembra che siano proprio i corpi chetonici a ridurre l’eccitabilità dei neuroni coinvolti nella genesi delle crisi epilettiche, modulando la produzione e l’azione di specifici neurotrasmettitori.

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L’efficacia della dieta chetogenica è notevole, come testimoniato anche da recenti meta-analisi che indicano come il trattamento dietetico possa portare ad una riduzione degli attacchi del 40-50%, con una efficacia comparabile a quelle dei moderni farmaci antiepilettici. Una riduzione delle crisi epilettiche fino all’85% dei casi e una remissione totale degli attacchi nel 55% dei pazienti è quanto osservato nei soggetti con epilessia farmaco-resistente chiamati a seguire una dieta chetogenica, un particolare regime alimentare condotto sotto stretto controllo medico che ha come obiettivo quello di indurre e mantenere uno stato cronico di chetosi.

Sono i dati presentati in occasione del Convegno “Dieta Chetogenica. A consentire un adeguato livello di chetosi, cioè una condizione metabolica in cui vengono utilizzati corpi chetonici come fonte energetica, sono un basso apporto di carboidrati e un alto apporto di grassi in rapporto controllato.

Considerazioni Importanti

Si tratta di interventi che vanno intrapresi esclusivamente sotto controllo medico. “Si tratta comunque di un intervento medico da considerare al pari del farmaco, per cui va intrapreso esclusivamente sotto controllo medico”, precisa la dott.ssa Valentina De Giorgis, responsabile del gruppo di studio sulle “Dietoterapie” della LICE. La scelta di un intervento dietetico per il trattamento di questa patologia deve valutarne l’opportunità e la sostenibilità nel tempo, individuando quei soggetti in cui la dieta può essere effettivamente utile, monitorandone in maniera costante la corretta applicazione, minimizzando i potenziali effetti collaterali, rari ma comunque presenti in un ristretto numero di casi: stitichezza, calcoli renali, aumento del colesterolo, leggera riduzione della crescita.

“Si tratta di una terapia dietetica non adatta a tutti i pazienti -ha sottolineato Oriano Mecarelli, Presidente LICE, Dipartimento di Neuroscienze Umane dell’Università La Sapienza di Roma-. Le persone con epilessia candidate al trattamento hanno spesso una storia clinica complessa ed è necessario eseguire uno screening preliminare clinico e biochimico per escludere un problema congenito del metabolismo che possa essere aggravato dalla dieta. Più precoce è l’inizio del trattamento con la dieta chetogenica maggiore è la possibilità di successo. Ad esempio nell’epilessia mioclono astatica dell’infanzia è stata dimostrata l’efficacia della dieta chetogenica con un forte effetto anticonvulsivante nell’86% dei pazienti. Per i bambini che ottengono un controllo delle crisi maggiore del 50%, la dieta può essere proseguita per un periodo anche di due anni, a meno che non si verifichino effetti collaterali che richiedano la sospensione del trattamento.

“Si tratta di dati estremamente importanti quelli presentati - ha dichiarato Raffaella Cusmai, Responsabile scientifico del Gruppo di Studio ‘Dietoterapie in Epilessia’ LICE, Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù -. Attualmente, nonostante l’introduzione di farmaci antiepilettici di nuova generazione, circa il 30% circa dei pazienti risulta farmaco-resistente.

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Tipi di Dieta Chetogenica

Tanto più elevato è il rapporto tanto più profonda dovrebbe essere la chetosi raggiunta. Le diete utilizzate nel trattamento dell’epilessia prevedono un rapporto chetogenico omolto elevato, 4:1 o 3:1, anche se in alcuni modelli si può scendere un poco più in basso, fino a 1:1. La dieta chetogenica classica è quella proposta originariamente negli anni 20 del secolo scorso, una dieta davvero rigida caratterizzata da un rapporto chetogenico di 4:1. Un esempio interessante è quello utilizzato dalla Dottoressa Tagliabue dell’Università di Pavia in cui il rapporto chetogenico ottimale viene ottenuto in maniera graduale, nell’arco di quattro settimane.

Dieta MCT

Si tratta di acidi grassi che possono essere assorbiti con maggior efficienza, portati al fegato in maniera diretta e utilizzati nelle cellule per produrre in energia senza il coinvolgimento di sistemi di trasporto a livello dei mitocondri. In pratica è possibile mantenere un rapporto chetogenico 4:1 con un apporto calorico derivante dai grassi di appena il 60-75%. Un altro 10-20% è ottenuto da grassi a catena lunga, un 10% da proteine e un notevole 15-20% dai carboidrati. La dieta MCT si è dimostrata una valida alternativa alla chetogenica classica, con effetti positivi anche con rapporto chetogenico di 3:1.

Dieta Atkins Modificata (MAD)

MAD in inglese significa pazzo ma questo caso è anche l’acronimo di Modified Atkins Diet, dieta Atkins modificata. Il tratto comune tra la dieta Atkins e la chetogenica è la chetosi determinata da un ridotto consumo di carboidrati e da un ricorso più o meno libero ai grassi. La MAD non propone una restrizione dell’apporto calorico, prevede invece un apporto elevato di proteine e in genere risulta più facile da seguire ed è più facilmente tollerata nel lungo periodo. L’apporto calorico proveniente dai grassi è intorno al 65% e il rapporto chetogenico è intorno a 2:1 o inferiore.

Dieta a Basso Indice Glicemico (LGIT)

La dieta a basso indice glicemico (Low Glicemix Index Treatment) è stata sviluppata nel 2002 da Pfeifer e Thiele, come un’alternativa meno restrittiva della chetogenica classica. Si tratta di una dieta dove l’apporto calorico dovuto ai grassi scende al 60%, con un rapporto chetogenico di solito pari o inferiore a 1:1. La quantità giornaliera di carboidrati sale fino a 40-60 grammi con una importante limitazione: i cibi utilizzati devono avere un indice glicemico inferiore a 50.

Alimenti Consigliati

L’utilizzo della dieta chetogenica nel trattamento dell’epilessia richiede una scelta molto attenta dei cibi da consumare: l’obiettivo è quello di mantenere un livello di chetoni nel sangue il più elevato possibile. Pesce e carne, legumi, frutta e verdura i cibi da preferire. Roma - Ridurre i fattori di stress, favorire uno stile di vita sano e praticare attività fisica anche moderata. A tavola scegliere un’alimentazione equilibrata, senza rinunce ma ricca di vitamine e sali minerali e con tanta frutta e verdura nel menù di tutti i giorni.

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Ne è un esempio la vitamina B6, anche detta piridossina, essenziale per alcune funzioni del sistema nervoso, in particolare per l’intervento nella sintesi di molti neurotrasmettitori come la serotonina - mediatore chimico della trasmissione degli impulsi nervosi - l’istamina, la taurina e la dopamina. Ci sono poi altri nutrienti funzionali e che possono avere un ruolo di potenziale adiuvante nella gestione della frequenza critica: alcuni esempi sono gli Omega3, assimilabili con il salmone, il pesce azzurro e la frutta secca. E anche la vitamina D3 assimilabile principalmente da alimenti di origine animale quali pesce azzurro, uova, e latte e suoi derivati. La vitamina E è presente in grande quantità negli olii vegetali, ma anche nei cereali integrali, nelle uova e in alcune verdure come gli spinaci.

La Dieta Chetogenica: Non una "Ultima Risorsa"

La dieta chetogenica è probabilmente l’unica dieta nata come terapia per una patologia specifica e quella patologia è l’epilessia, particolarmente in età pediatrica. Gli esperti del Johns Hopkins Hospital sottolineano che la dieta chetogenica non dovrebbe essere considerata come ultima risorsa nel trattamento dell’epilessia, un tentativo disperato dopo che tutti i farmaci sono risultati inefficaci.

La dieta chetogenica usata per scopi terapeutici è una dieta rigida che non tollera sgarri che purtroppo possono facilmente comportare la ricomparsa di problemi, anche in seguito al consumo di quantità davvero ridotte di carboidrati.

Tabella: Effetti dei Componenti della Dieta Chetogenica

Componente Effetti sull'Organismo Effetti Neuronali
Corpi Chetonici (BHB) Fonte energetica alternativa in assenza di glucosio Neuroprotettivi, antinfiammatori, migliorano la funzione mitocondriale
Acidi Grassi a Catena Media (MCT) Facile assorbimento e utilizzo energetico Anticonvulsivanti, modulano il metabolismo degli astrociti
Acidi Grassi Polinsaturi (PUFA) - Riduzione dell'eccitazione neuronale, neuroprotezione
Ridotto Apporto Proteico Aumento della produzione di FGF21 -

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