Dieta Mima Digiuno: Cosa Mangiare il Primo Giorno e Approfondimenti

Negli ultimi anni, l'attenzione verso il digiuno come strategia dietetica è cresciuta notevolmente. In particolare, si parla di digiuno, "dieta mima-digiuno" e digiuno intermittente. Ma quali sono le differenze tra queste tipologie e cosa dice la scienza riguardo al legame tra un regime alimentare di questo tipo e il rischio oncologico?

Cosa Intendiamo Quando Parliamo di Digiuno

Il digiuno, in termini generali, si riferisce a diversi schemi alimentari con l'obiettivo comune di ottenere i benefici delle diete normali senza eccessive privazioni a tavola. Le evidenze scientifiche più solide riguardano tre forme principali:

  • La restrizione calorica: prevede la riduzione giornaliera dell’apporto energetico (-20/-40%) ottenuto tramite un minore apporto di tutti i macronutrienti (ma non di vitamine e sali minerali).
  • Il digiuno intermittente: Più che a ciò che si mangia, il digiuno intermittente richiede di fare attenzione a quando lo si fa.
  • La dieta "mima-digiuno": prevede un basso apporto calorico (100-1.100 chilocalorie giornaliere) e di proteine (9-11%), ma elevato in grassi (44-46%) per i giorni 1-5 della settimana.

Il Digiuno Intermittente

Il digiuno intermittente si concentra sul "quando" mangiare piuttosto che sul "cosa". Questo approccio può essere psicologicamente più facile da seguire per chi fatica con le restrizioni dietetiche tradizionali. Mangiando soltanto in determinati orari di una giornata (nelle ore di digiuno è consentito soltanto bere acqua e bevande prive di calorie, come il caffè e il tè), per diversi giorni alla settimana, si esauriscono le riserve di zucchero.

Esistono diverse varianti di digiuno intermittente, tra cui la dieta "16:8" (consumare i pasti in 8 ore) e la "5:2" (mangiare normalmente per 5 giorni e limitare l'apporto calorico a 500-600 kcal negli altri 2 giorni). Indipendentemente dalla formula, i benefici riscontrati dalla comunità scientifica, perlopiù tramite esperimenti con animali di laboratorio, sono molteplici.

In particolare includono un aumento delle capacità mnemoniche e di concentrazione; un miglioramento del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi), che riduce il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari (grazie anche a un effetto di riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca) e del diabete di tipo 2; una riduzione dell’infiammazione (con potenziali ricadute positive sul rischio di insorgenza di malattie infiammatorie croniche intestinali, autoimmuni, respiratorie, neurodegenerative e oncologiche); e un miglioramento delle performance fisiche (perdita di massa e aumento della resistenza).

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La Dieta Mima Digiuno

La dieta mima-digiuno (DMD) è stata sviluppata per ridurre il rischio di malattie croniche legate all'invecchiamento. La dieta è stata ideata da Valter Longo, direttore del Leonard Davis School of Gerontology della University of Southern California (Stati Uniti).

Si parte il primo giorno con l'assunzione di 1.100 calorie, mentre nei quattro giorni successivi sono ridotte a 800. Nella dieta mima-digiuno sono ammessi **verdura (come broccoli, pomodori, carote, zucca, funghi), frutta secca **(come noci, mandorle, nocciole) e olio d'oliva. Da eliminare completamente i dolci, i prodotti di origine animale (carne, pesce, formaggio), cereali, legumi e la frutta fresca.

Oltre a una riduzione del girovita da 2,5 a 5 cm e di peso corporeo, in media, di 2,7 kg, i seguaci della dieta mima-digiuno hanno beneficiato anche di una riduzione dei valori di pressione “minima” e “massima” e del livello di IGF-1, un ormone coinvolto nell’invecchiamento e nell’insorgenza di patologie. I valori di questo ormone si erano assestati a un livello associato a un minor rischio di tumore.

Quella proposta dal dottor Longo non si può, però, definire propriamente una dieta, perché si sta parlando di un regime alimentare che deve essere limitato nel tempo.

ProLon: Il Programma Alimentare Mima Digiuno

ProLon® è un programma dietetico da seguire per 5 giorni, sviluppato da scienziati della longevità di livello mondiale. Ogni box ProLon® contiene delle preparazioni alimentari con circa 60 costituenti vegetali, scientificamente formulate e clinicamente testate per chi voglia sottoporsi al protocollo dietetico Mima Digiuno della durata di 5 giorni. All’interno del kit troverete cinque ulteriori confezioni, ognuna specifica per le giornate della DMD.

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ProLon® è un programma dietetico da seguire per 5 giorni, sviluppato da scienziati della longevità di livello mondiale. Ogni box ProLon® contiene delle preparazioni alimentari con circa 60 costituenti vegetali, scientificamente formulate e clinicamente testate per chi voglia sottoporsi al protocollo dietetico Mima Digiuno della durata di 5 giorni. All’interno del kit troverete cinque ulteriori confezioni, ognuna specifica per le giornate della DMD.

ProLon è l’unico protocollo che replica pedissequamente la Dieta Mima Digiuno. La Dieta Mima Digiuno è, infatti, il frutto di una lunga ed accurata ricerca di base e clinica condotta presso l’Institute of Longevity della University of Southern California, università e noti ospedali sia statunitensi, sia europei.

Le principali caratteristiche di ProLon

  • Non contiene tracce di glutine e lattosio
  • Ha un basso contenuto di carboidrati e proteine
  • Contiene un’elevata quota di acidi grassi insaturi

Attraverso un precisissimo ed eccezionale bilanciamento tra i vari macro e micronutrienti, ProLon induce l’organismo a credere di digiunare, sviluppando le capacità naturali di rigenerazione, protezione e difesa sistemica.

Il 6°giorno, una volta finito il ProLon®, il paziente dovrebbe evitare di eccedere con il cibo e riprendere una dieta normale in modo graduale. Infatti, si consiglia, di iniziare con cibi liquidi e molto soffici, come zuppe o minestre, succhi di frutta, frullati e centrifugati seguiti da alimenti leggeri come riso, pasta e piccole porzioni di legumi e/o pesce azzurro.

Benefici del Digiuno

I risultati mostrano che questo processo può dare luogo a importanti effetti benefici sull’organismo, come:

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  • Diminuire il peso corporeo, ed in particolare il grasso viscerale
  • Rigenerare le cellule staminali
  • Mantenere la glicemia a digiuno a livelli ottimali
  • Mantenere i trigliceridi a livelli ottimali
  • Mantenere la pressione sanguigna a livelli ottimali
  • Preservare la densità ossea e la massa muscolare
  • Diminuire i livelli di IGF-1 (fattore di crescita insulino - simile associato all’incremento di mortalità e al danneggiamento del DNA nelle cellule umane)
  • Mantenere la resistenza all’insulina a livelli salutari
  • Mantenere il colesterolo a livelli ottimali.

Il Digiuno Non è Per Tutti

Per seguire uno degli schemi descritti sopra è comunque necessario confrontarsi con un medico nutrizionista, in grado di valutare e monitorare che il regime di digiuno adottato non arrechi danni alla salute. La comunità scientifica è concorde nel considerare una scelta di questo tipo non alla portata dei minori, delle donne in gravidanza o in allattamento, delle persone affette da diabete di tipo 1, di coloro che sono affetti da malattie croniche o che soffrono o hanno avuto esperienza di un disturbo del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata, sindrome da alimentazione notturna, pica, disturbo da ruminazione).

Precauzioni per l'assunzione di ProLon

Nel momento in cui si decide di seguire il programma ProLon è importante prestare attenzione a delle importanti precauzioni per evitare effetti collaterali, tra cui:

  • Bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno per minimizzare il rischio di disidratazione. In alcuni casi e in presenza di forti mal di testa è bene consumare fino a 3 litri d’acqua al giorno.
  • Evitare di guidare veicoli e/o macchine pesanti.
  • Evitare l’esercizio fisico intenso per più di 15 minuti
  • Cercare di non esporsi ad ambienti con temperature alte (come saune, terme, idromassaggio) o con temperatura molto bassa e il nuoto.

Chi non deve seguire il protocollo ProLon

Il programma ProLon non può essere seguito da tutte le categorie di persone. Ecco quali sono i soggetti la cui assunzione non è consigliata:

  • Soggetti al di sotto dei 18 anni, o persone di età > 70 anni fragili e/o sarcopeniche
  • Donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento
  • Individui allergici
  • Gli individui con diagnosi di patologie gravi, a meno che non sia approvato per iscritto da un medico
  • Individui che seguono una terapia farmacologica con farmaci che non possono essere assunti contemporaneamente ad una restrizione calorica
  • Individui con Diabete Mellito (tipo 1 e tipo 2), malattie cardiovascolari e cancro, a meno che non sia consentito per iscritto da un medico

Digiuno e Cancro: Cosa Dice la Scienza?

Le strategie nutrizionali adottate in oncologia riguardano la prevenzione dell’obesità (sia primaria sia secondaria) e la lotta alla malnutrizione. Visti i benefici per la salute riportati da diversi studi scientifici, sono stati indagati anche i potenziali effetti di uno schema di digiuno sia per prevenire il cancro, sia per rendere più efficaci le terapie. Tutta la ricerca in questo ambito - parte della quale sostenuta anche da Fondazione AIRC - è molto recente e ulteriori e più ampi studi sono necessari a consolidare risultati per ora preliminari.

I risultati più significativi sono stati raccolti in relazione al digiuno intermittente, alla dieta “mima-digiuno” e alla restrizione calorica, regimi di più facile adozione anche per i malati oncologici. Sulla base delle prove attualmente disponibili, possiamo dire che è ragionevole pensare che la restrizione calorica mitighi la tossicità della chemioterapia.

Gli studi hanno nel complesso evidenziato un ridotto danno al DNA, un aumento significativo della conta di globuli rossi, bianchi e piastrine, una riduzione dell’affaticamento e un miglioramento della qualità della vita nei pazienti che seguivano lo schema dietetico indicato rispetto a coloro che invece adottavano una dieta tradizionale.

Derivano da studi di laboratorio, invece, alcuni dati secondo cui l’adozione di un regime di digiuno potrebbe potenziare l’efficacia della chemioterapia, delle cure ormonali e dell’immunoterapia. Ripetiamo però che i risultati sono ancora molto preliminari e che studi più ampi, anche negli esseri umani, sono necessari a validare queste prime conclusioni.

Cosa Mangiare se Si Ha un Tumore?

L’attenzione alla dieta nel corso delle terapie oncologiche ha primariamente un obiettivo: evitare la comparsa della malnutrizione per difetto. Per prima cosa occorre sapere che la presenza di un tumore può causare una condizione di anoressia, con conseguente marcata perdita di peso. La priorità, nei pazienti oncologici normopeso, è dunque la prevenzione del dimagrimento. Se l’alimentazione naturale è possibile, è consigliato seguire un piano dietetico personalizzato il più possibile rispondente alle preferenze dei pazienti.

Dal punto di vista pratico, si possono adottare alcuni accorgimenti per aiutare i malati di cancro a seguire una dieta bilanciata, che preveda l’assunzione dei nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali) attraverso il consumo di tutti i gruppi di alimenti (carni, pesce, uova; latte e derivati; cereali, tuberi e derivati; legumi; oli e grassi da condimento; ortaggi e frutta).

Ai pazienti oncologici si consiglia di mangiare poco, ma spesso, tenendo sempre a portata di mano qualcosa da sgranocchiare, e di farlo lentamente, masticando bene e riposando dopo ogni pasto.

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